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Considerato dalla critica europea uno dei più interessante pianisti jazz dell’ultima
generazione. Cresciuto sotto l'egida del maestro Adriano della Giustina, Faraò si
distingue fin da ragazzo per uno spiccato interesse verso la musica nero-americana
d'avanguardia.
Bill Evans, pianista imprescindibile per chiunque voglia suonare jazz in trio,
influenza decisamente il suo sound, soprattutto quando gli impeti più marcatamente
percussivi lasciano spazio ad una maggiore consapevolezza melodica. Ritmo e stile
che ricordano anche un altro grande compositore jazz, John Williams.
Sarebbe troppo lungo elencare le sue innumerevoli collaborazioni. Basta ricordare
Jack DeJohnette, Lee Konitz, Chico Freeman, John Abercrombie, Richard Galliano,
Johnny Griffin, Benny Golson, Billy Cobham, Toots Thieleman, Bireli Lagrene e, tra
i protagonisti della musica leggera, la grande Mina.
Molti sono anche i riconoscimenti ricevuti da Faraò, tra i più prestigiosi ricordiamo il
premio Four Roses nel 1991 e il primo premio vinto nel 1998 al “Concorso
Internazionale Piano Jazz Martial Solal”, che si svolge ogni dieci anni a Parigi. Un
evento che ha lanciato il pianista romano ancora più intensamente nei circuiti europei
della musica jazz contemporanea.
Nel 2005 presenta il suo ultimo progetto, “Encore”, disco molto ben equilibrato, in
cui la perfetta intesa del trio unisce con sapiente coerenza momenti lirici e
improvvisazioni, allegria e suggestioni malinconiche. Con questo album, già stato
definito un capolavoro dal grande Herbie Hancock, Antonio Faraò conferma la sua
indole di front-man ispirato e creativo, sempre capace di coniugare improvvisazione e
tradizione con equilibrio.
Link:
http://www.antoniofarao.com/
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