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LOVER MAN è uno spettacolo con umori di jazz e jazzisti pensato e allestito per
debuttare in prima nazionale, nell’Estate Palermitana, il 6 agosto 2004 all’interno del
Festival jazz “KALS ART”.
A parlare sono le donne che li hanno frequentati attraverso epoche e momenti diversi.
Due attrici si misureranno con madri, amanti, sorelle degli uomini che hanno reso
grande la storia del jazz. Charlie Parker, Bud Powell, Chet Baker, Lester Young,
Thelonoius Monk, Bix Beiderbecke, uomini che in comune non hanno solo la musica
ma anche un’esistenza profondamente tormentata.
Del musicista si conosce spesso quella parte che va dallo strumento in avanti, si
conosce ciò che quell’uomo ci invita ad ascoltare. Ma dell’altra parte, di quella che
tira fuori dall’oggetto le note, le idee, i suoni della rabbia, dell’amore, del dolore, i
suoni della poesia, della vita, di quell’altra parte, quanto se ne sa, cosa se ne sa?
Le biografie a volte da sole non servono, per comprendere quest’universo,
apparentemente così noto ma in fondo così sconosciuto, forse bisogna compromettersi.
Il palcoscenico ospita due interpreti: Tiziana Foschi, famosa al grande pubblico
soprattutto perchè fa parte del quartetto comico “La Premiata Ditta”, ma con una
grande esperienza di teatro alle spalle, e Cinzia Villari, autrice dell’opera e attrice di
teatro pluripremiata, ha arricchito la sua recitazione con lo studio della danza a teatro,
lavora con registi quali Maurizio Scaparro, Maddalena Fallucchi, Claudio
Boccaccini, Duccio Camerini, Emanuela Giordano.
Le due interpreti sono accompagnate sul palco da tre musicisti, che ricreeranno con i
loro suoni l’atmosfera americana degli anni Quaranta, periodo in cui i musicisti
esprimevano le proprie emozioni e il loro bisogno di denunciare attraverso la musica
tutto il dolore, tutto il male sociale da cui prendevano le distanze e da cui volevano
distinguersi e che ha permesso la nascita del jazz.
Musica di denuncia e di rabbia sociale che nei nostri giorni continua a trovare sfogo
con un altro genere musicale: il rap. Ancora una volta la musica e i ghetti, non solo
quelli americani, ma ora anche quelli francesi, inglesi, romani e catanesi, dove
immigrazione, emarginazione, criminalità e delusione vengono ancora scanditi, da
chi riesce ad esprimerlo con una musica forte, potente come la musica del cuore.
Lover man è un umile omaggio da parte delle donne che lo hanno scritto, diretto e
interpretato, all’universo jazz che non è mai morto e che riassume in sé non solo
l’arte, ma anche tutto il dolore di coloro che ce lo hanno regalato e che continuano ad
essere vivi, al di là delle trasformazioni artistiche, musicali e sociali.
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